Edison e la Scala: una storia di primati e successi lunga 130 anni

La Prima del Fidelio è a emissioni zero grazie a Edison: il ricorso all’energia rinnovabile per la serata evita l’emissione di 64 tonnellate di anidride carbonica nell’aria.

Milano, 3 dicembre 2014 – Edison, l’azienda che nel 1883 portò per la prima volta la luce elettrica al Teatro alla Scala, accende il Fidelio di Ludwig van Beethoven con energia prodotta da fonti rinnovabili.

Anche quest’anno, come 130 anni fa, Edison illumina la Prima della Scala con l’energia rinnovabile delle centrali idroelettriche, azzerando le emissioni della serata inaugurale della Stagione scaligera 2014-2015. L’intero fabbisogno elettrico della rappresentazione verrà compensato da appositi certificati che comprovano la provenienza dell’energia. In questo modo Edison eviterà l’emissione in atmosfera di 64 tonnellate di anidride carbonica.

Sarà l’energia di Edison a diffondere l’emozione della Prima in tutta Milano con l’iniziativa “Fidelio in città”. Oltre quaranta appuntamenti, pensati da Edison insieme al Comune di Milano e in collaborazione con la Fondazione Teatro alla Scala, che portano l’opera lirica negli auditori di quartiere, nei cinema, nelle carceri, nelle scuole, ricreando per tutti la magia di quella serata. Grazie a Edison la musica di Beethowen si diffonderà nel centro di Milano, nei mezzanini della metropolitana e diventerà occasione di gioco per i più piccoli al MUBA, il museo dei bambini di Milano.

“Siamo convinti che la cultura sia strumento di dialogo con la città: è una scelta che continuiamo a rinnovare e che l’anno prossimo prenderà forma in Expo, quando Milano sarà il centro del mondo.” – dichiara Bruno Lescoeur, Amministratore Delegato di Edison – “Edison sarà partner del Comune di Milano per sostenere i numerosi eventi culturali che animeranno la città. E, ancora una volta, farà riferimento al Teatro alla Scala come luogo dell’eccellenza italiana per tutti i sei mesi dell’Expo.”

Il forte legame che unisce Edison al Teatro alla Scala prosegue in occasione dell’Expo Milano 2015: Edison offrirà alla città concerti dell’Accademia del Teatro alla Scala presso le sedi che diverranno gli headquarter di Edison durante l’esposizione universale.

La notte di Santo Stefano del 1883, in occasione dell’affollatissima Prima della ‘Gioconda’ di Ponchielli, la centrale Edison di Santa Radegonda accese

2.450 lampadine elettriche dando per la prima volta una sorprendente e inattesa luce alla rappresentazione scaligera. Le cronache dell’epoca usarono parole entusiastiche per raccontare lo spettacolo di quella sera reso possibile dalla Società Edison e dal suo fondatore Giuseppe Colombo.

L’energia elettrica alla Scala di Milano e da lì al resto d’Italia è frutto dell’intuizione di Colombo, che ne comprese le potenzialità rispetto alle altre forme di energia come il gas illuminante, gli olii combustibili e il carbone, e ne avviò la sperimentazione nel nostro Paese contando sulla stretta collaborazione con l’inventore della dinamo, Thomas Alva Edison.

All’Exposition Internationale d’Electricité di Parigi Colombo era rimasto impressionato dalla macchina dinamo elettrica di Edison e aveva subito raccolto l’appoggio degli istituti di credito per acquistarla e avviarne le sperimentazioni in Italia. Nel settembre 1882 si era trasferito a New York per assistere all’entrata in esercizio della prima centrale al mondo, quella di Pearl Street, e pochi mesi dopo, in una lettera datata 22 novembre 1883, Colombo riferiva a T.A. Edison l’avanzamento dei lavori della centrale di Santa Radegonda, la prima dell’Europa Continentale. “Our station proceeds very well – scriveva Colombo -. We still go with 1.200 lamps, because I will not increase the lamps before beeing sure of having everything ready for the Theatre of the Scala, which opens on the 26th December. We go on very fast in wiring the theatre, laying down the feeders and setting up the machines in our station, so that I have no doubt to be in time; we have even begun to light a part of the service room of the Theatre yesterday night. When complete, the lighting of the Theatre will require 2.450 lamps, but on the 26th December, only 2.000 will be lighted[1].”

Tra il 1882 e il 1884 Colombo ebbe un fitto carteggio soprattutto con Thomas Edison, ma anche con i collaboratori dell’inventore come John W. Lieb Jr, che seguì i lavori nella centrale di Santa Radegonda (il 12 settembre 1882 Colombo scriveva “devo dire che reputo assolutamente necessaria la presenza del signor Lieb che ha esperienza di tutte le difficoltà legate al primo avvio – quello di Pearl Street ndr - e non ho alcun dubbio che il signor Edison concederà il permesso che formalmente chiedo con la presente”), e Joshua Franklin Bailey, cui Colombo affidò tutti gli ordini e le richieste “per una consegna immediata e spedizioni alle migliori condizioni possibili” (lettera del 14 settembre 1882). Il coinvolgimento di Bailey fu tale che nel 1884, anno della fondazione della Società Generale italiana di Elettricità Sistema Edison, entrò a far parte del consiglio di amministrazione.

L’elettrificazione del Paese cominciò a Milano e si tradusse presto in innovazione e progresso per le famiglie e le imprese di tutta Italia. L’illuminazione della Scala nel 1883 ne fu la manifestazione più festosa ed elegante, ma fu anche un momento di svolta tanto che Colombo scrisse “il successo della Scala ci ha dato più fiducia e ora procediamo rapidamente col cablaggio di almeno 100 lampade in più” (lettera a T. A. Edison del 5 febbraio 1884).

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