Decarbonizzazione e competitività: Edison al fianco delle imprese piemontesi

Il settore industriale piemontese può contribuire agli obiettivi di decarbonizzazione al 2030 del PNIEC evitando l’emissione di 1700 kton di CO2 all’anno con un risparmio di 830 milioni di euro annui in bolletta grazie a un investimento complessivo di 3 miliardi di euro. Lo dice uno studio realizzato da Fondazione Edison, Politecnico di Milano e Politecnico di Torino 

Automotive, tessile e altre manifatture i settori a maggiore potenziale con una riduzione delle emissioni stimata tra il 30 e il 40% entro la fine del decennio

 

Torino, 19 febbraio 2024 – Lo studio “Energia, competitività e decarbonizzazione delle imprese piemontesi”, promosso da Edison e realizzato da Fondazione Edison con Politecnico di Milano e Politecnico di Torino e presentato oggi all’Energy Center di Torino con il patrocinio di Confindustria Piemonte e Unione Industriali di Torino, fotografa i consumi energetici del sistema industriale piemontese e il potenziale di benefici ambientali ed economici che è in grado di liberare, contribuendo così agli obiettivi di decarbonizzazione al 2030 fissati a livello nazionale nel PNIEC (Piano Nazionale Integrato Energia e Clima).

Il Piemonte è la 23ª regione europea in termini di Pil (circa 136 miliardi di euro nel 2021) e in ambito italiano è la quarta regione a più forte produzione manifatturiera, localizzata principalmente nei distretti industriali. Il settore industriale piemontese è più «energivoro» della media nazionale con quasi il 23% dei consumi finali assorbito dal segmento manifatturriero a fronte di una media nazionale del 21%. Lo studio rivela che il sistema industriale del Piemonte può abbattere i propri consumi energetici di 458 ktep all’anno (20% in meno rispetto allo scenario 2019), evitando l’emissione in aria di 1700 kton di CO2 all’anno e permettere così un risparmio di 830 milioni di euro annui in bolletta, pari a una riduzione del 35% rispetto allo scenario 2019. Un potenziale che può essere liberato introducendo sistemi di autoproduzione, meccanismi virtuosi di condivisione dell’energia (teleriscaldamento e comunità energetiche) e tecnologie innovative negli ambiti energivori, i cosiddetti hard-to-abate, con un investimento complessivo di tre miliardi di euro.

«Con questa iniziativa di divulgazione e di sensibilizzazione sul territorio, Edison intende favorire il percorso di decarbonizzazione delle imprese perché siano protagoniste della transizione energetica. Attraverso nuove modalità di produzione e utilizzo della risorsa energetica, l’industria può dare un contributo concreto agli obiettivi di riduzione dei consumi e delle emissioni climalteranti» dichiara Nicola Monti, Amministratore Delegato di Edison. «Abbiamo scelto una regione, il Piemonte, con cui abbiamo un rapporto antico, risalente al 1884, quando la neonata società illuminò a energia elettrica il Teatro Regio di Torino. Oggi rimane uno dei territori di maggior interesse per il Gruppo, con una presenza capillare in tutta la filiera, dalla generazione di energia da fonti tradizionali e rinnovabili, alla vendita della commodity e alla fornitura di servizi energetici e ambientali per imprese e pubbliche amministrazioni».

«Obiettivi chiari e condivisi di riduzione delle emissioni ed efficientamento energetico rappresentano una delle principali sfide, ma anche opportunità, che Confindustria Piemonte condivide con le oltre 5.500 imprese che rappresenta. Visione questa rafforzata dalla nostra adesione di due anni fa al Global Compact delle Nazioni Unite». Dichiara Marco Gay, Presidente Confindustria Piemonte. «È un impegno concreto che passa da webinar, formazione interna ma anche dal lavoro svolto da un gruppo di lavoro con la Regione Piemonte per la riduzione delle polveri sottili per raggiungere gli obiettivi al 2025 fissati negli accordi di programma del Bacino Padano insieme a Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna. La transizione ambientale approcciata con neutralità tecnologica è la base per gestire non solo il tema energetico, ma anche l’attrattività e la sostenibilità dell'industria piemontese».

Lo studio “Energia, competitività e decarbonizzazione delle imprese piemontesi” è stato promosso da Edison e realizzato da Politecnico di Milano, Politecnico di Torino e Fondazione Edison. Si compone di tre parti: Fondazione Edison ha analizzato il quadro macroeconomico italiano e piemontese, concentrando l’attenzione sui comparti produttivi della regione; Politecnico di Milano ha esaminato il quadro energetico piemontese e Politecnico di Torino il potenziale di decarbonizzazione delle imprese regionali.

Dall’analisi di Fondazione Edison emerge che la produzione industriale piemontese è localizzata principalmente nei distretti industriali, che rappresentano un modello produttivo differenziato, innovativo e flessibile. Accanto ai distretti più tradizionali (laniero di Biella, oreficeria di Valenza Po, vini delle Langhe e dell’Astigiano) emergono quelli «high tech» (gomma plastica di Alessandria e rubinetteria del Cusio-Valsesia), che insieme concorrono a sostenere l’imprenditorialità e l’occupazione della regione.

Lo studio del Politecnico di Milano evidenzia che nel 2019 il Piemonte ha rappresentato circa l’8,3% dei consumi nazionali di energia (circa 9,953 Mtep), posizionandosi come quarta regione italiana in termini di consumi energetici finali. La regione sta facendo maggiore affidamento sui combustibili gassosi (47% dei consumi dei settori industriale e terziario) rispetto alla media italiana, mentre l’energia elettrica (secondo vettore energetico per utilizzo, che copre il 38% del fabbisogno industriale e terziario) viene utilizzata di meno rispetto al resto del paese. Nel 2019 i consumi dell’industria piemontese sono stati pari a 2.255 ktep, di cui il 28% assorbito da chimica e petrolchimica, seguito da metallurgia, alimentari e cartaria. Considerando un andamento tendenziale di tali consumi, si stima che nel 2030 il settore industriale li avrà ridotti solo del 13% rispetto al 2019. Un risultato insufficiente a raggiungere il target di 1797 ktep introdotto dal PEAR (Piano Energetico Ambientale Regionale). Strumenti come il PNRR possono rappresentare un driver importante della transizione energetica di questa regione, così come azioni per il risparmio energetico (relamping a LED, installazione di pompe di calore, autoproduzione, teleriscaldamento, comunità energetiche e tecnologie innovative come biometano e idrogeno), insieme a strategie di energy procurement (PPA), sistemi avanzati di gestione dell’energia (Intelligenza Artificiale e IoT) ed efficienza comportamentale, oltre che modelli di business innovativi ancora non sufficientemente utilizzati (Energy Performance Contract e PPP).

Il Politecnico di Torino ha realizzato un’analisi anagrafica di oltre 14.000 imprese piemontesi, esaminato i consumi medi per tipologia di impresa e per settore e caratterizzato i consumi finali di energia (illuminazione, riscaldamento, sistemi compressione e/o pompaggio ecc.). Dopo aver individuato le best practice di decarbonizzazione attualmente adottate, ha espresso, per ciascun intervento, il potenziale di riduzione dei consumi (di energia elettrica, termica o entrambe) e delle emissioni per settore. Infine ha applicato alcuni interventi a possibili use cases proponendo soluzioni innovative prospettiche come l’introduzione di green gas (biometano, idrogeno) o sistemi di cattura, stoccaggio e uso della CO2. I settori con maggiore potenziale risultano essere l’automotive, il tessile e le altre manifatture, dove si stima una potenziale riduzione delle emissioni tra il 30 e il 40%. I settori maggiormente energivori (siderurgico, materiali da costruzione) richiedono interventi di efficientamento di processo e l’adozione di ulteriori tecnologie di decarbonizzazione (es. biometano, idrogeno, sistemi di CCSU).

Lo studio dei consumi energetici e del potenziale di decarbonizzazione del sistema industriale piemontese si inserisce in un percorso di ascolto del territorio iniziato da Edison nel 2021 in Puglia, portato successivamente in Veneto e arrivato ora in Piemonte con l’obiettivo di far emergere le opportunità della decarbonizzazione della regione in termini di sostenibilità ambientale e di competitività delle imprese.

 

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