Come funziona l’impianto
L’opera di sbarramento principale, sul torrente Ratti, è costituita da una diga in calcestruzzo ad arco, a semplice curvatura, a ciglio sfiorante, che ha uno sviluppo del coronamento di 64,30 m. L’altezza massima della diga è di 42,60 m ed il volume del serbatoio è di 101.000 m³, con quota di massima regolazione pari a 909,00 m s.l.m.
La diga è munita di uno scarico di superficie, costituito da un ciglio sfiorante con uno sviluppo libero totale di 28,56 m e di uno scarico di fondo, posto in sponda sinistra, realizzato con una galleria rivestita da bolognini di granito delle dimensioni di 3,50 per 2,90 m e lunga 61 m, sezionata da due paratoie piane.
Esiste, inoltre, uno scarico d’esaurimento in corpo diga, costituito da un tubo metallico chiuso da una paratoia piana, che consente, in caso di necessità, lo svuotamento totale del bacino. Nell’invaso è convogliata anche l’acqua proveniente dalla presa sul rio Codogno, posta in sponda sinistra. Il bacino imbrifero diretto è di circa 20 km². La presa sul torrente Codogno è stata dismessa a partire dal mese di gennaio 2009 al fine di adeguare il rilascio minimo vitale alle nuove portate. Una presa sussidiaria, posta a monte dell’invaso, a raso alveo nel torrente e regolata da una paratoia, permette di immettere direttamente la portata fluente nel canale d’adduzione. È quindi possibile eseguire eventuali lavori di manutenzione alla diga, senza perdita di produzione.
L’opera di presa è ricavata in sponda destra ed è munita di una griglia e di due paratoie di sezionamento. Da qui si diparte un canale in pressione, del diametro di 1,90 m e lungo 2.030 m, scavato in roccia e completamente rivestito in calcestruzzo, che termina alla cosiddetta “triforcazione”, in località Motta. Qui confluisce il canale proveniente dalla presa Codera, che si trova ad una quota superiore ed è quindi raccordato con una discenderia, e parte un tratto di canale in pressione che porta ad un pozzo piezometrico verticale con sfioratore a quota 918 m s.l.m.. A valle del pozzo, che si trova in località Motta, parte la condotta forzata, a quota 879 m s.l.m..
L’opera di presa sul torrente Codera, è stata realizzata ad una quota (924,05 m s.l.m.) sufficiente a convogliare le acque derivate nel serbatoio di Moledana, nel caso in cui non fossero utilizzate subito in Centrale.
L’opera di sbarramento principale è costituita da una traversa tracimabile in muratura e bolognini di granito, posta trasversalmente all’alveo, con due paratoie sghiaiatrici da 6 m di luce con lateralmente, verso la sponda destra, un ampio tratto sfiorante in curva. Le tre bocche di presa, ricavate in sponda sinistra, sono dotate di paratoie, cui fa seguito la prima vasca di calma con una paratoia sghiaiatrice. Tramite uno sfioratore, l’acqua s’immette in una seconda vasca di calma, anch’essa munita di uno sghiaiatore, di griglia con sgrigliatore automatico e di uno sfioratore regolatore. La vasca si raccorda infine al canale derivatore, intercettato da una paratoia. La presa è completamente automatizzata, quindi la gestione avviene in telecomando.
Il canale derivatore Codera - Motta è costituito da una galleria a pelo libero, a sezione rettangolare di 1,40 mm per 1,80 m, ha una lunghezza di 5.320 m e termina con un dissabbiatore in corrispondenza della “finestra sette”. Il dissabbiatore è munito di by-pass e paratoie di sezionamento. Il canale ha una portata massima di 4,3 m³/s. Da questo punto, l’acqua s’immette nel canale in pressione, tramite uno scivolo, che ha anche funzione di pozzo piezometrico, sito in località San Giorgio, poco prima della “triforcazione”.
A valle del pozzo piezometrico della Motta inizia la condotta forzata, in acciaio chiodato, con diametro variabile tra 1,25 m e 1,15 m e lunga circa 1.200 m, la cui parte finale è rinforzata da anelli d’acciaio. La condotta è dotata, in testa, di una valvola a farfalla a chiusura automatica di sicurezza per sovravelocità dell’acqua e di una valvola a lente motorizzata. A fianco della condotta, corre il piano inclinato con carrello di servizio per l’accesso ed il trasporto materiali. Non esistono tuttora strade carrabili per raggiungere gli impianti in quota, quindi, l’accesso alla diga ed alle altre prese è assicurato esclusivamente dal piano inclinato e da due percorsi in quota (“tracciolini”), di cui uno, lungo circa 3 km, è percorso dalla Decauville e raggiunge la diga di Moledana, mentre il secondo, lungo circa 10 km, è percorribile solamente a piedi e raggiunge la presa Codera. Lungo quest’ultimo, prima della presa, si trova un fabbricato, utilizzato in precedenza come alloggio del personale di guardiania; ora il fabbricato è adibito a base d’appoggio durante i lavori di manutenzione.
La centrale è un fabbricato all’aperto, che comprende due strutture accorpate, una di dimensioni 63 m per 14 m alta circa 16 m, che comprende la sala macchine, l’altra di dimensioni 36 m per 6 m, in aderenza alla prima, che ospita la stazione alta tensione.
In un fabbricato secondario si trovano le apparecchiature di produzione aria compressa, un’officina, gli spogliatoi e locali di servizio. In prossimità della centrale c’è anche un fabbricato ad uso residenziale, per il personale.
La stazione di trasformazione è all’interno della Centrale, adiacente alla sala macchine con due trasformatori elevatori da 21,1 MVA con tensioni di 6,3/143 kV.