Cenni storici
La Bertini è la più antica centrale idroelettrica del gruppo Edison ed una delle più antiche d’Italia. Quando fu inaugurata, nel settembre del 1898, la Bertini era il più grande impianto elettrico d’Europa ed il secondo nel mondo.
Il primo progetto di una derivazione, in corrispondenza delle rapide di Paderno, risale al 1888 ad opera di Enrico Carli, che ebbe l’intuizione di utilizzare la forza motrice dell’Adda. I lavori di costruzione iniziarono il 6 febbraio 1896 e furono ultimati nel giugno del 1898. Il 28 settembre 1898 la centrale entrò in esercizio.
L’impianto stabilì allora una serie di record tecnologici: era la più potente centrale idroelettrica d’Europa e seconda nel mondo solo a quella delle cascate del Niagara.
Lo scopo principale della costruzione dell’impianto era avere sufficiente potenza ed energia per procedere all’elettrificazione della rete tramviaria di Milano, servizio pubblico che Edison aveva preso in concessione dal Comune. Il 19 dicembre 1898, l’ultima linea ancora servita dai cavalli, quella di Porta Ticinese, fu percorsa dai tram elettrici: Milano era una delle prime città europee con linee interamente trasformate a trazione elettrica.
Come funziona l’impianto
L’impianto fa parte dell’asta idroelettrica Adda tra i comuni di Robbiate (LC) e Cornate d’Adda (MI). L’asta comprende gli impianti idroelettrici “Carlo Esterle”, “Guido Semenza” e “Angelo Bertini”.
La centrale si estende sul medio corso del fiume Adda, a valle del lago di Como e si trova nei comuni di Paderno d’Adda (Lecco) e Cornate d’Adda (Milano). L’impianto utilizza le acque del fiume Adda con un bacino imbrifero sotteso di 4.646 km². L'opera di sbarramento dell'Adda è costituita da una traversa mobile, del tipo cosiddetto Poirée, lunga 130 m e costituita da 58 cavalletti di ferro, posti ad intervalli di 2,20 m, appoggiati con supporti a cerniera su una platea in muratura. Questa ultima, opportunamente adattata, era lo sbarramento originario che consentiva l'accesso e l'alimentazione al naviglio di Paderno.
La ritenuta dell'acqua è fatta da panconcelli di legno della sezione di 10 x 10 cm ed alti 3,50 m, accostati fra loro ed appoggiati, in basso alla soglia in muratura, in alto ad un longherone di ferro che collega le teste dei cavalletti. Alla quota di testa corre una passerella metallica, dalla quale si compie anche l'estrazione dei panconcelli con l'ausilio di un apposito dispositivo meccanico. In caso di piena, i panconcelli sono progressivamente rimossi per garantire il regolare deflusso del fiume.
Il fabbricato centrale ha un volume di circa 30.000 m³, è decorato con motivi ornamentali all’interno e rivestito di pietra locale all’esterno, ed è stato perfettamente conservato nelle sue originali forme architettoniche.
Nella sala macchine sono installate quattro turbine Francis ad asse orizzontale, della potenza di 3,125 MW ciascuna, alla velocità di 375 giri al minuto, ciascuna accoppiata ad un alternatore sincrono da 3,7 MVA alla tensione di 10 KV.
In altri locali, adiacenti la sala macchine, sono ospitati i quadri di controllo e comando, i servizi e gli impianti ausiliari, le batterie d’accumulatori, gli apparati di telecomunicazione ed uffici.
Adiacente alla centrale vi è la stazione di trasformazione, dove è installato un trasformatore della potenza di 22,23 MVA a tre avvolgimenti 10/15/130 KV, con tutte le relative apparecchiature AT (interruttori, sezionatori, trasformatori di tensione e corrente).
Alla stazione elettrica fanno capo due linee provenienti rispettivamente dalla centrale Semenza e dalla centrale Esterle e due linee 130 KV facenti parte della rete di trasporto nazionale.
L’impianto è telecomandato dal Centro di teleconduzione di Venina (Piateda, SO).