La vertiginosa crescita economica, il boom dei consumi energetici, la necessità di trovare alternative all'idroelettrico e soprattutto alle importazioni di carbone. È nata così la svolta fotovoltaica del Vietnam che in tre anni, dal nulla, ha superato la Thailandia, diventando il più grande mercato solare del sud-est asiatico. Fra il 2014 e il 2019, l'industrializzazione e l'urbanizzazione crescenti sono state seguite da uno spostamento della domanda energetica verso le fonti rinnovabili, che ha portato la capacità del Vietnam da 109 MW a 5700 MW. Alla fine dello scorso anno, la produzione di energia solare ha raggiunto la quota superiore all'obiettivo quinquennale fissato per la generazione di energia solare secondo il piano nazionale per lo sviluppo energetico.

Non è finita, perché entro il 2030 si punta a sviluppare le fonti di energia solare portandole a 12.000 MegaWatt e al 3,3 per cento del mix energetico totale del Paese.

In questo contesto, un ruolo sempre più importante verrà assunto dall'energia solare prodotta con impianti galleggianti.

Grandioso esempio in tal senso è rappresentato dal nuovo impianto gestito da Toji Group JSC, il più grande complesso di energia solare galleggiante nel Sud-Est asiatico, inaugurato a Quang Thanh, nel distretto di Chau Duc. Si tratta di due progetti, Gia Hoet 1 e Tam Bo, per centrali fotovoltaiche che prendono il nome dai rispettivi laghi irrigui, e che garantiscono una capacità totale di 70 MegaWatt picco — unità di misura che indica la potenza erogata da un modulo o da una cella in condizioni standard. La fornitura di 10 Secondary Skid Unit (SSU) di ABB ha permesso di attivare l’impianto nel dicembre 2020.

Il buon esempio del Vietnam e le prospettive di mercato, con  costi di produzione in forte discesa, stanno influenzando anche i Paesi limitrofi: Malesia e Cambogia infatti stanno guardando  al fotovoltaico e a scelte ecosostenibili con sempre più interesse.