Efficiente, economico, sicuro e completamente riciclabile. Non male come biglietto da visita per il nuovo progetto presentato dai ricercatori dell’Università di Nottingham e sei istituti scientifici cinesi che hanno trovato il modo di unire le prestazioni delle pile a ossido solido con le batterie metallo-aria. Il risultato è la batteria al sale “morbido”.

I vantaggi energetici sono evidenti, perché questa ‘sintesi’ ottimizza le potenzialità e supera alcune problematiche. Tra queste la perdita di efficienza degli ioni di litio, tecnologia su cui fanno affidamento la maggior parte dei sistemi di accumulo impiegati nei veicoli elettrici.

Le celle inoltre, a determinate condizioni possono surriscaldarsi, accorciando la vita e ridimensionando le prestazioni delle batterie.

Ma per arrivare a questi miglioramenti è stato necessario un intenso lavoro di ricerca, i cui risultati sono stati pubblicati su Energy Storage Materials. I sali fusi sono un tipo unico di elettrolita che consente l'accumulo di energia elettrochimica ad alta temperatura ma la loro elevata tendenza a evaporare e fluire ad alte temperature sfida la progettazione e la fabbricazione dei rispettivi dispositivi in termini di costi di produzione e durata del ciclo.

Il segreto è stato riuscire a trasformare il sale fuso in un sale morbido-solido, impiegando nanopolveri di ossido solido. Nasce così una nuova batteria che può avere interessanti applicazioni in vari mercati, a cominciare dallo storage. E, come sottolineato anche dai ricercatori dei team impegnati, è una batteria che in linea di principio è in grado di immagazzinare il calore solare e l’elettricità. Il sale morbido come ricetta vincente per l’energia del futuro.