Made in Italy e senza emissioni inquinanti, un caffè pregiato tostato unicamente con i raggi del sole. È la tostatura più naturale che esista a rendere originale e innovativo PuroSole, e a realizzarlo è una startup italiana, la Digitarch Farm, di cui Antonio Durbè è uno dei fondatori.

Antonio, com’è nato il vostro progetto?

“L’idea è venuta a me e altri due amici, un gruppo di esperti di robotica e software senza alcuna pregressa esperienza nell’agroalimentare. Abbiamo affinato la tecnologia degli eliostati, quegli specchi che ruotano inseguendo il sole, solitamente impiegati per produrre energia elettrica”.

E come siete arrivati al caffè?

“Volevamo realizzare un eliostato economico a uso domestico, poi al socio Luca Del Bufalo è venuta un’idea: perché non utilizziamo questa tecnologia per cuocere i chicchi di caffè verde? Da lì è nata una vera e propria sfida”.

Come funziona?

“Per scherzare, diciamo che riprendiamo gli specchi di Archimede. La luce del sole viene concentrata nel punto di tostatura grazie a un eliostato costruito con 100 specchi, penetra nel caffè crudo che in pochi minuti cambia colore e sprigiona il suo aroma”.

Quali sono i vantaggi per l’ambiente? 

PuroSole non ha bisogno di bruciare gas: per tostare 1000 kg di caffè evita la produzione e l’immissione in atmosfera di oltre 400 Kg di anidride carbonica”.

Soddisfatti dei risultati?

“Siamo andati oltre le nostre aspettative. E anche la risposta di esperti e addetti del settore è stata molto positiva”.

Dove sono gli impianti?

“Il primo impianto è stato installato proprio nella casa di campagna del nostro socio Luca. Ma sono già in programma altre due installazioni: una in Puglia, a San Vito dei Normanni, in un campo agricolo sequestrato alla mafia, e l’altro nel Lazio”.

Avete altri progetti in cantiere?

“Il nostro business è affidabile ed economico e i nostri impianti sono autonomi: non richiedono energia elettrica, combustibili, rete idrica e smaltimento. Per questo stiamo pensando di esportare il progetto in altri ambiti e in altri continenti. Ad esempio, un’applicazione plausibile potrebbe essere in Africa per bollire o depurare l’acqua e per affrontare l’assenza di energia elettrica, oppure in Sud America per l’essiccazione della frutta”.