Aquiloni al posto delle pale eoliche. O, meglio, ali gonfiabili che catturano il vento per produrre energia pulita e rinnovabile, in maniera più efficiente ed economica rispetto alle tecnologie attualmente in uso. Uno scenario che presto potrebbe diventare realtà grazie a un progetto finanziato dalla comunità europea che coinvolge diverse realtà industriali e accademiche francesi, tedesche e olandesi, con a capo l’Università di Delft.

Aumentare la produzione di energia abbattendo i costi di produzione, di trasporto e di funzionamento. È questo il duplice obiettivo delle ali gonfiabili, che saranno connesse a terra a un generatore a tamburo, tramite un cavo in plastica a elevate prestazioni.

L'aquilone opera in “cicli di pompaggio”: in una prima fase decolla, salendo fino alla massima altezza consentita (500 metri), con veloci manovre trasversali alla direzione del vento. In questo modo tira con forza il cavo, azionando il generatore. Giunta alla massima altezza, l’ala viene poi recuperata per essere nuovamente lanciata. ‎

Testato dal 2017, il sistema sarebbe facile da utilizzare perché per formare gli operatori dovrebbe bastare una giornata. E sarebbe molto più sostenibile perché,  come spiegato dal ‎coordinatore del progetto, Roland Schmehl, un'ala gonfiabile utilizza il 10 per cento del materiale necessario per una turbina eolica.
È ancora in fase di definizione l'impatto ambientale, anche se la soluzione si sta rivelando silenziosa, discreta e sicura, anche per i volatili. 

Il brevetto del progetto è stato già presentato in Olanda e ora si va verso un brevetto europeo.