Qualità della vita, tutela ambientale e alta efficienza energetica: sono i pilastri degli ecoquartieri, progettati e realizzati secondo i criteri dello sviluppo sostenibile, con particolare attenzione alla gestione energetica - riuso dell'energia di scarto, impiego di combustibili a basso contenuto di carbonio - e delle acque, mobilità dolce e alternativa, gestione dei rifiuti. 

A Bolzano, nel quartiere Casanova, la sostenibilità energetica si basa sulla riduzione del calore per il riscaldamento attraverso spessori di isolamento molto elevati e la massimizzazione degli apporti solari e della ventilazione. Quasi tre quarti dei consumi energetici (il 73%) sono coperti da fonti rinnovabili: il quartiere è dotato di un impianto solare centralizzato con pannelli a scarso impatto ambientale, una seconda struttura fotovoltaica con collettori termici per la produzione di ACS (Acqua Calda Sanitaria), una rete di teleraffrescamento e di teleriscaldamento alimentata dall’impianto di termovalorizzazione.

Raggiungere un equilibrio tra energia prodotta e consumata attraverso l’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili e la riduzione dei consumi fu uno degli obiettivi del progetto per il quartiere BO-01 a Malmoe, in Svezia.

Qui il riscaldamento degli edifici è garantito per l’85% dal calore estratto, tramite pozzi geotermici, dal mare e dalle sorgenti sotterranee e in piccola parte - il tre per cento - dai rifiuti residui. Il quartiere è dotato del sistema di accumulo ATES (Aquifer Thermal Energy Storage) che è direttamente collegato alla rete di teleriscaldamento. Una turbina eolica e 120 metri quadrati di pannelli fotovoltaici portano al 95 per cento la copertura da fonti rinnovabili dell'energia utilizzata.

Sfruttare fonti energetiche rinnovabili per bilanciare l’energia consumata annualmente è anche l'obiettivo del Beddington Zero Energy Development alias Bed-Zed, a sud di Londra. Illuminazione, ventilazione e irraggiamento naturale sono agevolati dalla forma dei fabbricati. L'energia viene fornita da 777 metri quadrati di pannelli fotovoltaici e da un impianto di cogenerazione a biomassa che alimenta la rete di teleriscaldamento del quartiere. E il calore di scarto del CHP copre il fabbisogno di energia termica per il riscaldamento e per la produzione di acqua calda sanitaria. 

Secondo un'analisi dell'Università degli Studi Roma Tre, Dipartimento di Ingegneria, in tutti e tre i casi le reti di gestione dell’energia su scala di quartiere giocano un ruolo fondamentale per l’incremento della copertura da fonti rinnovabili. I costi dell'energia si ottimizzano grazie alla condivisione di sistemi di generazione e di storage, mentre la gestione dell’energia a livello distrettuale può addirittura permettere di coprire la domanda energetica con la produzione da fonti rinnovabili.