Anche i colossi dell’informatica prendono a cuore il riciclo. L’ultimo esempio è targato Google, con l’annuncio della nuova spesa verde del colosso informatico: 150 milioni di dollari che saranno investiti in progetti rinnovabili nelle “regioni chiave di produzione” dei suoi hardware.

Ma non solo. La holding statunitense Alphabet Inc ha infatti annunciato che inserirà plastica riciclata in tutti i device del noto motore di ricerca. E proverà ad annullare le emissioni causate da spedizioni e trasporti legati al commercio di computer portatili, tablet, assistenti domestici e tutti gli altri prodotti hardware a marchio Google entro il 2022.

Importanti iniziative ma che non rappresentano i primi passi sostenibili dell’azienda. Nel 2017, infatti, è riuscita a far corrispondere il consumo complessivo annuale di elettricità con altrettanta energia rinnovabile. E come conseguenza, è diventata il maggiore acquirente aziendale di energia rinnovabile al mondo.

In questa svolta green, Google è però in ottima compagnia. Apple, ad esempio, ha recentemente ampliato i suoi programmi di riciclo che quadruplica il numero di punti vendita a cui i clienti statunitensi possono restituire il proprio iPhone affinché venga smontato da Daisy, il suo robot della catena di riciclo.

Nel 2018, l’azienda ha ricondizionato oltre 7,8 milioni di dispositivi Apple e ha contribuito a evitare che più di 48.000 tonnellate di rifiuti elettronici finissero nelle discariche.

Amazon, invece, ha lanciato il programma Shipment Zero, con il quale si impegna a rendere almeno il 50% delle consegne a zero emissioni entro il 2030. E ancora, Samsung sta sostituendo le confezioni utilizzate per i prodotti e accessori con materiali ecosostenibili, basati su elementi naturali.

Un impegno che è destinato a crescere. Tra informatica, innovazione e sostenibilità.