Sempre protesa verso l’innovazione, con lo sguardo rivolto verso orizzonti sempre diversi, sempre migliori. Lei è Giulia Realmonte, New Business Project Developer, che per Edison ha partecipato a “Officine Italia”, un’iniziativa nata con l’obiettivo di sviluppare proposte concrete per il rilancio del Paese in seguito alla crisi scaturita dall’emergenza COVID-19. 

Il tuo ruolo in Edison e quello della tua unit nell’azienda.

Lavoro all’interno della Direzione Business Innovation & Development e il mio ruolo è quello di sviluppare nuovi modelli di business per l’azienda: partiamo da un’idea, e la sviluppiamo attraverso test e prototipi per trasformarla in un nuovo servizio che Edison può offrire sul mercato. Cerchiamo di fare innovazione applicando un metodo scientifico per validare le ipotesi di base e trovare il modello più efficace da proporre sul mercato.

La tua mission personale racchiusa in un motto o in una citazione. 

Non è strada di chi parte e già vuole arrivare, non la strada dei sicuri di riuscire, non è fatta per chi è fermo, per chi non vuol cambiare. È la strada di chi parte e arriva per partire.

Potresti raccontarci brevemente cos’è Officine Italia e da cosa nasce?

Officine Italia è un’iniziativa lanciata da un gruppo di 54 ragazzi, professionisti e studenti sparsi per il mondo, per dar voce ai giovani nel disegnare il futuro del nostro Paese. Tutto è nato da una chiamata tra amici a fine marzo in cui ci siamo chiesti cosa potessimo fare per aiutare l’Italia in questo momento: non volevamo farci fermare dall’emergenza e abbiamo deciso di rilanciare la palla, cercando di realizzare qualcosa che potesse avere impatto nel lungo periodo.

Ne è nata Officine Italia: una “piazza virtuale” dove riunire una generazione intera con l’obiettivo di sviluppare proposte concrete per il rilancio del Paese in seguito alla crisi scaturita dall’emergenza COVID-19. 

In circa un mese abbiamo raccolto più di 2000 iscritti e 1300 partecipanti effettivi, coinvolgendo 150 Partner e Community Partner, tra i quali figurano realtà di rilievo, private e istituzionali: Edison, insieme a Cisco EDI Confcommercio, il Politecnico di Milano, l’Università LUISS e Mandarin Capital Partners.

Come si sono svolte queste 3 giornate e quali sono stati i temi più interessanti che sono emersi?

La prima parte di Officine Italia si è svolta interamente online nel weekend dal 15 al 17 maggio 2020: i circa 1300 partecipanti, collegati dagli Stati Uniti fino a Singapore, nonostante i diversi fusi orari, hanno lavorato in team, dedicandosi alla progettazione di soluzioni concrete nelle aree di Bellezza, Talento e Network, che rappresentano per noi tre sfide strategiche per la ripartenza del paese. È bello vedere come la distanza dal nostro paese non affievolisca la voglia di dare il proprio contributo.
Come Team di Officine Italia, noi abbiamo fornito gli strumenti per farlo: partendo con gli interventi di voci autorevoli del panorama italiano per farci ispirare e pensare in grande, passando per lezioni di design thinking e momenti di confronto diretto con gli esperti dei nostri Partner nei vari settori. Tra gli altri, sono intervenuti da Ersilia Vaudo, Chief Diversity Officer dell’Agenzia Spaziale Europea, a Sergio Costa, Ministro dell’Ambiente, al giornalista e scrittore Mario Calabresi.
Penso che il messaggio più importante sia stato quello di Ferruccio Resta, Rettore del Politecnico di Milano, che ha chiuso l’evento: guardare al futuro come una nuova opportunità, trasformando quelli che oggi sembrano rischi in occasioni di nuovi percorsi.
In riferimento al tema della Bellezza, si è parlato di come valorizzare il patrimonio artistico e culturale dell’Italia nel lungo periodo, facendo leva sulle diversità del nostro patrimonio, valorizzando la tradizione con le nuove esigenze di innovazione e di esperienze digitali. Per fare questo è chiave lavorare sullo snellimento della burocrazia, con una maggiore collaborazione tra pubblico e privato.

Nell’area di Talento, i temi principali sono stati quelli della formazione continua e delle nuove metodologie che il settore dell’educazione deve adottare: sono ormai evidenti i gap del sistema attuale rispetto alle esigenze del mercato. Bisogna far evolvere i modelli educativi ripartendo dagli aspetti più umani, come l’intelligenza emotiva, e recuperando una dimensione del fare, per mettere in pratica insegnamenti che non possono rimanere su un foglio di carta. La flessibilità e la versatilità saranno competenze fondamentali.

Forse la dimensione più vicina al nostro settore è quella del Network, anche se la discussione è andata ben al di là della rete elettrica e delle infrastrutture strategiche. Il tema di fondo è stato infatti quello della collaborazione: stimolati dalla crisi che abbiamo vissuto, ci siamo resi conto dell’importanza di sviluppare sinergie tra i settori, costruendo filiere resilienti e a corto raggio. Stanno emergendo nuovi bisogni dei clienti che rivoluzioneranno interi settori, per cui non si può continuare a pensare in maniera lineare e in continuità con il passato.

Domenica sono stati consegnati 252 progetti: ne sono stati selezionati nove, presentati a una giuria di manager ed esperti. Tra questi erano presenti, insieme a Giovanni Brianza - EVP Strategy, Corporate Development & Innovation di Edison - Andrea Rurali, Presidente del FAI, Alberto Scavolini, CEO di Ernestomeda, Giulia Amico di Meane, Director della Innovation School del TAG e tanti altri. Tutti i progetti saranno inclusi nel white paper che metteremo a disposizione di interlocutori aziendali e istituzionali, perché ci aiutino nello sviluppo delle idee e nella loro realizzazione.

Come si è inserita Edison all’interno di questa iniziativa?

Edison è stato uno dei primi Partner aziendali a dare il suo supporto a Officine Italia: è nato tutto da una chiacchierata con Giovanni Brianza, in cui gli ho raccontato del nostro progetto e della voglia di noi giovani di coinvolgere grandi aziende in questa iniziativa. Avere a bordo una realtà di spicco del panorama italiana come Edison per noi è stato un endorsement importante, perché ci ha dimostrato il valore di quello che stavamo creando.

Penso sia anche un segnale importante per tutti noi giovani: se abbiamo un’idea in cui crediamo davvero, non dobbiamo aver paura nel coinvolgere la nostra azienda e i nostri capi, per unire le forze.

Il ruolo di Edison è stato duplice: da una parte a livello di comunicazione e visibilità; dall’altra, ci ha aiutato a identificare alcune sfide importanti per il nostro Paese e sarà uno degli interlocutori con cui confrontarsi per mettere a terra le idee emerse. Questo è infatti l’aspetto più importante della nostra iniziativa: non vogliamo limitarci a generare idee, ma creare ponti tra mondi che di solito non si incontrano - giovani, aziende, istituzioni e terzo settore - con l’obiettivo comune di contribuire alla ripartenza del Paese, mettendo insieme generazioni e competenze diverse.

Quali prospettive future si delineano all’orizzonte per l’intero sistema Paese e qual è il contributo che Edison può fornire o che sta già fornendo?

Ci è stato detto che siamo stati uno dei migliori esempi di collaborazione costruttiva di questo periodo. Noi abbiamo fatto solo un primo passo creando un ponte tra le energie dei giovani, e l’esperienza di aziende e istituzioni del panorama italiano. La risposta molto forte che abbiamo avuto nell’ultimo mese, sia dai partecipanti che dai Partner, dimostra come questo sia un tema molto sentito in Italia, ancor di più in questo momento di emergenza.

Partiamo da alcune certezze che il COVID ci ha solo ricordato: lo sviluppo dell’Italia dovrà ripartire da esigenze e risorse locali, con una forte attenzione alla sostenibilità delle nostre scelte, sia in termini ambientali che economici, per creare valore in Italia per l’Italia. Inoltre, c’è bisogno di creare delle forti competenze digitali, senza doverle “importare” dall’estero, per essere competitivi in un futuro dove la tecnologia è un ingrediente imprescindibile. 

Senza dubbio Edison già svolge un ruolo importante per abilitare la transizione energetica in tutto il territorio italiano, partendo dalle risorse (nel nostro caso energetiche) che ogni area mette a disposizione.

Ma credo possa fornire un importante contributo anche nello sviluppo del Talento: da un lato già lavoriamo con le scuole per creare programmi di formazione che siano funzionali alle competenze richieste nel mondo del lavoro di oggi. In questo periodo di emergenza e incertezza, Edison ha inoltre investito in un nuovo programma, la Digital Academy, con l’obiettivo di sviluppare le competenze necessarie ad affrontare un futuro, sempre più digitale e dinamico. Penso che questo sia un punto di partenza per abilitare una trasformazione simile anche al di fuori della nostra realtà aziendale, per esempio nel mondo delle PMI, che ad oggi sono uno dei nostri clienti principali.

Non vogliamo avere la presunzione di aver già trovato una risposta a tutti i problemi, anzi. Bisogna lavorare insieme, e soprattutto avere un “bias for action”, ovvero non accontentarsi di una buona idea, ma pensare a come concretizzarla.

Ora si apre la seconda parte di Officine Italia, che consiste nel fornire supporto alle proposte più promettenti per essere progettate nel concreto, attraverso il confronto e il supporto dei nostri Partner in qualità di mentori.

Cosa ti è rimasto di questa esperienza?

La gioia di aver lavorato in perfetta sincronia con i miei compagni di progetto nonostante la distanza. L’entusiasmo di aver coinvolto giovani italiani che abitano agli antipodi del mondo ma che hanno a cuore il futuro dell’Italia. L’onere di dedicare la giusta attenzione a tutte le idee che ci sono state consegnate, per far germogliare quelle più promettenti.