Un sistema all’avanguardia basato sull’attivazione termica dell’intera massa dell’edificio. In sostanza, muri e pareti diventano innovativi sistemi di accumulo naturale del caldo e del freddo. È il principio alla base della “termofacciata”, esclusiva tecnologia sostenibile brevettata da Studio Dbm technologies, che progetta e realizza sistemi e tecnologie all’avanguardia nel campo del contenimento dei consumi energetici. “In sostanza vediamo l’edificio come una batteria termica”, spiega Gianpaolo Di Giovanni, architetto e director dello studio Dbm.

Architetto, ma qual è il valore aggiunto di questo sistema?

“La termofacciata sfrutta la naturale inerzia termica della struttura edilizia, utilizzando così l’intero volume delle pareti per accumulare energia. In questo modo l’intera struttura dell’edificio diviene un terminale di impianto in grado di accumulare energia termica per poi rilasciarla in modo graduale e autoregolante all’interno”.

Quali sono i vantaggi?

“Il risultato dell’applicazione della termofacciata è un edificio in grado di garantire consumi energetici molto bassi e grande comfort interno.

Dove è stato applicato ha dato risultati anche superiori alle aspettative, arrivando in alcuni casi ad azzerare la necessità della caldaia stessa. Inoltre, è un sistema che riduce al minimo le emissioni di CO2”.

E a livello di costi?

“Abbiamo stimato un costo aggiuntivo rispetto al sistema tradizionale di 60 euro al mq. Ma il ritorno di questo investimento è calcolato in meno di dieci anni contro i 13 circa di un cappotto tradizionale. E va evidenziato che si può arrivare ad abbattere anche a zero i consumi dell’edificio”.

In quali edifici può essere applicato questo sistema?

“In realtà non può essere applicato sugli edifici storici, ma ha le rese maggiori su quelli costruiti tra gli anni ’50 e ’80 che, sostanzialmente, rappresentano l’80 per cento del patrimonio presente in Italia”.

Per chiudere, quali sono i progetti futuri?

“Attualmente stiamo lavorando principalmente con il pubblico su edifici scolastici o municipi, dal Comune di Certosa a Monza. Questi sono i progetti in essere ma gli sviluppi futuri ci vedono interessati ad aprire al mercato residenziale, che rappresenta la grande fetta del patrimonio da riqualificare”.