In tempi di quarantena forzata e strade deserte, le città si scoprono meno inquinate. Aria più salubre che permette di valutare e pensare a nuovi stili di vita. Perché le restrizioni “casalinghe” dovute al Coronavirus hanno offerto scenari finora poco esplorati. E paradossalmente, la crisi attuale potrebbe rivelarsi apripista per nuove e positive prospettive. A cominciare dagli aspetti legati all’ambiente.


I dati dell’European Environment Agency confermano notevoli riduzioni delle concentrazioni di inquinanti atmosferici in tutte le zone in cui sono state adottate misure stringenti per il contenimento del COVID-19.

In sostanza, il rallentamento delle attività produttive e la riduzione degli spostamenti, hanno contribuito a dimezzare le concentrazioni di biossido di azoto. A Milano, ad esempio, durante la settimana dal 16 al 22 marzo, la concentrazione di queste sostanze inquinanti è stata del 21% inferiore rispetto alla stessa settimana del 2019. Una situazione che ha accomunato anche altri Paesi, a cominciare dalla Cina: secondo i dati del ministero dell’Ecologia e dell’Ambiente, nella regione di Hubei, primo focolaio, il numero di «giorni con una buona qualità dell’aria» è aumentato del 21,5 per cento a febbraio rispetto all’anno precedente. 

Numeri supportati anche dalle immagini: dai fenicotteri e i cigni di Milano ai pesci nelle limpide acque dei canali veneziani, si è assistito al ritorno degli animali selvatici nei centri urbani, che prima di questo periodo erano troppo spesso rumorosi e inquinati.

L’aria torna respirabile, flora e fauna si riappropriano dei loro spazi. E l’uomo? Può decidere di assumere comportamenti e stili di vita più corretti, integrandosi appieno con questo quadro. Per dar vita a un nuovo inizio, rigorosamente più green.

Devono cambiare le nostre abitudini quotidiane, innanzitutto. Dalla tipologia di mezzi utilizzati per gli spostamenti all’efficientamento energetico dei nostri elettrodomestici. Ma è necessario ripensare anche alle modalità di lavoro: una fra tutte, apprezzare le potenzialità dello smart working e sfruttarne i vantaggi. Il numero di aziende che finora hanno potuto applicare questo nuovo modello di flessibilità lavorativa è ristretto e subordinato al settore merceologico di appartenenza. In futuro però, la scelta del telelavoro può diventare una soluzione concreta per virare con decisione verso la sostenibilità.

Ma non solo. Va compreso che le nostre azioni quotidiane possono influire positivamente sull’ambiente che ci circonda. Un concetto che non andrà dimenticato alla ripresa, quando sarà il momento per i governi di finanziare ulteriormente il settore delle rinnovabili alimentando un’economia virtuosa.

Il momento per “ripensare” il futuro è già oggi: è ora che vanno delineate quelle che saranno le misure strategiche vincenti. L’obiettivo non potrà che essere quello di veicolare abitudini e produttività verso la sostenibilità sociale e ambientale. Perché il cambiamento, come stiamo osservando, dipende da noi.