Dall'evoluzione sostenibile alla rivoluzione energetica. Il settore immobiliare tiene il passo con le sempre più impellenti necessità del pianeta, preparandosi a esplorare una nuova ambiziosa frontiera: lo scambio di energia elettrica tra le abitazioni di uno stesso condominio.

L’obiettivo principale è quello di favorire la transizione energetica, puntando su forme di energia sostenibile e limitando al minimo l’impatto ambientale.

Il provvedimento punta infatti a ridurre le emissioni di gas serra, in linea con gli obiettivi fissati dall’Accordo di Parigi e con il Quadro per il clima e l'energia, che comprende l’obiettivo di riduzione delle emissioni del 40 per cento fra il 1990 e il 2030.

Off-limits sinora in Italia, questa possibilità arriverà nel nostro Paese quando verrà effettivamente recepita la direttiva europea 2018/2001 sulla promozione dell'uso dell'energia da fonti rinnovabili. Nell'articolo 21, è stato stabilito che gli stati membri devono aiutare gli utenti a diventare autoconsumatori di energia rinnovabile, individualmente o attraverso aggregatori, e che i prosumer (produttori-consumatori) residenti nello stesso edificio o condominio possano organizzare tra loro lo scambio di energia rinnovabile prodotta presso il loro sito, agendo collettivamente. Ad esempio, fruendo di un sistema fotovoltaico posizionato sul tetto. Un passo avanti rispetto al modello one to one, che consentiva al singolo unicamente l’immissione in rete del surplus energetico prodotto.

I nodi da sciogliere riguardano il modo in cui le reti chiuse contribuiranno agli oneri di sistema presenti nelle bollette e quali sono le garanzie in termini di gestione, sicurezza e di bilanciamento della rete. Nodi sui quali, attualmente, sta ragionando la Commissione Industria del Senato con la certezza, però, che la salute della Terra non può aspettare e che le rinnovabili e i condomini green sono un utile strumento per un pianeta migliore.