Nuovi strumenti nella corsa verso la transizione energetica. Un'ulteriore spinta arriva dalla ricarica bidirezionale delle auto elettriche - anche detta tecnologia V2G (vehicle-to-grid) - che consente di sfruttare le piccole unità di accumulo dei veicoli per stabilizzare la rete. In che modo? Caricando le batterie delle auto durante i picchi di produzione rinnovabile, o prelevando l’elettricità dalle stesse quando la domanda è alta.

Il progetto pilota ha visto in prima linea l'operatore di trasmissione energetica TenneT, la casa automobilistica Nissan e la società tecnologica The Mobility House. Alcune batterie del veicolo elettrico Nissan Leaf, che sin dall'anno di lancio (2010) possiedono lo standard CHAdeMO per lo scambio bidirezionale, sono state utilizzate per evitare i colli di bottiglia nella trasmissione, dovuti all’immissione decentralizzata delle fonti energetiche rinnovabili.

L'energia eolica del nord della Germania ha alimentato i veicoli elettrici presenti nella regione.

Durante i picchi della domanda, le batterie totalmente cariche hanno fornito l'elettricità stoccata al loro interno, compatibilmente con le esigenze di mobilità e di ricarica di chi utilizzava la Leaf. In questo modo è stato scongiurato l'aumento di generazione elettrica da combustibili fossili.

La mobilità elettrica diventa così uno strumento per ovviare alla volubilità del meteo, che condiziona la produzione di energia rinnovabile. E, con la sua flessibilità nel breve termine, dà la possibilità di integrare l’espansione della rete, diventando un importante anello di congiunzione per la transizione energetica.