Giò Ponti

“Non è il cemento, non è il legno, non è la pietra, non è l'acciaio, non è il vetro l'elemento più resistente. Il materiale più resistente nell'edilizia è l'arte”

GIÒ PONTI

Il lascito più grande che la collaborazione con l’architetto che ha partecipato attivamente alla rinascita del design italiano del dopoguerra è rappresentato dai due palazzi Montecatini siti a Milano in zona Turati. Per il primo, progettato nel 1936, Ponti idea una pianta ad H per utilizzare al meglio gli spazi disponibili in pieno stile razionalista. Non solo gli esterni. L’architetto e designer ha studiato anche gli interni progettando l’arredo degli uffici: le dimensioni della scrivania diventano l’elemento base per la distribuzione degli spazi modulari interni. Ma sono due le cose di cui Ponti andava più fiero nella realizzazione di quest’opera: la facciata laterale piana e leggera con le lisce e squadrate pareti in marmo e gli infissi a filo; e l'intreccio dei tubi colorati della centrale della posta pneumatica. Il secondo palazzo, concluso nel 1952, completa le forme del primo: una facciata concava si oppone alla linea convessa dell’altra opera. In questo caso è la scelta dei materiali a caratterizzare l’opera: dal cristallo della veduta frontale si passa all’alluminio di quella laterale.

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