Cambiamenti climatici e impatti geopolitici

Sede Edison - Foro Buonaparte, 31 Milano

A inizio Dicembre, Parigi ospiterà la 21^ Conferenza delle Parti sui cambiamenti climatici (COP 21). In questa occasione si confronteranno le diverse potenze economiche e i Paesi che sono in transizione verso un’economia di mercato, nonché quelli in via di sviluppo. Le "Parti" si confronteranno con riguardo ai livelli di emissione dei gas climalteranti, alle capacità d’investimento nelle tecnologie a basso contenuto di carbonio, con l’obiettivo di tutelare le proprie possibilità di sviluppo nell’ottica di una crescita economica e sociale coerente con i principi della sostenibilità.

I cambiamenti climatici e le iniziative per contrastarli hanno determinato schieramenti differenti: da una parte si collocano Paesi come USA e Cina che agiscono con approcci bilaterali, dall’altra si posizionano Paesi emergenti come India, Brasile e quelli dell’America Latina che prediligono situazioni di coinvolgimento più globale. Tra questi due blocchi si colloca l’Europa che ha intrapreso un proprio percorso sui cambiamenti climatici con politiche intransigenti e altamente sfidanti. Inoltre, un’altra parte del mondo, rappresentata dai Paesi in via di sviluppo, sui quali si riflettono con maggiore vigore le conseguenze delle alterazioni climatiche, chiede un maggiore impegno ai Paesi industrializzati per mettere in atto interventi di adattamento a tutela dei propri territori.

In questo contesto appare significativo esplorare, in vista della COP di Parigi 2015, il posizionamento dei 195 Paesi nei confronti dell’auspicabile nuovo "accordo internazionale", comprese le possibili alleanze che potranno costituirsi e le inevitabili contrapposizioni. Ma sarà altresì importante verificare la forza negoziale che ciascun Paese o "blocchi" geografici, economici e socio-ambientali potranno esercitare nell’ambito della Conferenza. Particolarmente interessante appare, inoltre, la presa di posizione dello Stato della Città del Vaticano che attraverso la voce di Papa Francesco ha incitato il mondo politico a impegnarsi in maniera più incisiva nella lotta ai cambiamenti climatici, perché ormai il tempo per salvare il Pianeta dal riscaldamento globale sta per scadere.

Come si organizzeranno, quest’anno, le Parti in gioco? Ci saranno coalizioni improvvisate che nasceranno durante la fase finale dei negoziati (30 novembre – 11 dicembre 2015), oppure si costituiranno gruppi d’interesse in anticipo, già nelle fasi propedeutiche al confronto decisivo? Quale orientamento prevarrà nella discussione: quello di assumersi la responsabilità di azioni immediate o quello attendista volto a perseguire politiche domestiche senza vincoli esterni? Chi seguirà l’esempio di USA e Cina, privilegiando accordi bilaterali?

Il seminario, partendo dall’assetto geopolitico attuale, caratterizzato anche da spiccati conflitti, tenterà di dare una risposta a questi interrogativi e nello stesso tempo cercherà di delineare probabili alleanze e contrapposizioni che, in nome della salvaguardia del clima, potrebbero rafforzare intese anche in altri ambiti strategici come quelli delle politiche economiche ed energetiche.

Per il programma dell'evento scarica il PDF

RISORSE